Si è chiusa la 15° edizione del Global CemFuels Conference and Exhibition, il più grande evento al mondo dedicato ai combustibili alternativi per l’industria del cemento. Moltissimi i temi affrontati, tutti guidati dall’obiettivo ambizioso di metter a fattor comune le strategie più efficienti per ridurre progressivamente le emissioni di CO2 del settore, dall’utilizzo di CSS alla cattura e stoccaggio del carbonio, dallo sviluppo di nuove tecnologie fino ad arrivare alla produzione di un cemento carbon-free, a zero emissioni, nel 2050.
Il cemento, materia essenziale per l’edilizia e le infrastrutture, è un prodotto indispensabile all’economia di qualsiasi Paese. Ma la sua produzione richiede importanti risorse energetiche e dunque costi elevati, per le imprese e anche per l’ambiente. Per il 30% si tratta di costi energetici, dovuti al grande dispendio di energia elettrica e termica necessaria al processo: nei forni dove si bruciano le materie prime naturali per creare il cemento si devono raggiungere temperature altissime, oltre i 1.500°C. E ancor oggi per far questo in Italia il combustibile più usato è il pet-coke, un derivato del petrolio, importato soprattutto dal Messico, i cui costi sono triplicati nell’ultimo anno.
Sostituire nei forni dei cementifici parte del pet-coke con i combustibili alternativi o combustibili solidi secondari (CSS) derivati dai rifiuti non pericolosi e non riciclabili in altri modi è una soluzione economica ed ecologica. Da sola contribuirebbe a ridurre in modo significativo i costi di processo delle cementerie e ad abbattere di oltre il 10% le emissioni di CO2 (Fonte FederBeton).
A ciò si deve anche aggiungere che questi i combustibili migliorano anche l’efficienza del processo. Alcuni favoriscono infatti la clinckerizzazione e le parti che in altre situazioni risulterebbero contaminanti, nei forni si legano in modo definitivo al clinker senza lasciare residui. Si stanno anche compiendo importanti ricerche per individuare tecniche di combustione ancora più efficaci per arrivare all’ambizioso obiettivo di sostituire il 100% dei combustibili con quelli rinnovabili.
Prospettive sullo sviluppo dei combustibili alternativi nelle cementerie.
In Europa l’uso dei combustibili alternativi nelle cementerie è una pratica largamente diffusa, ed è riconosciuta come Migliore Tecnica Disponibile (BAT, Best Available Technique). Nei Paesi più avanzati, il tasso di sostituzione termica dei combustibili fossili con i CSS ha raggiunto il 66% in Germania, il 79% in Austria, il 46% in Francia e il 33% in Spagna. In Italia la percentuale è ferma invece al 19.7%. Quali sono i principali ostacoli su questa strada nel nostro Paese? Innanzitutto problemi di carattere burocratico, a cui si devono anche aggiungere i timori dell’opinione pubblica che erroneamente pensa che bruciare combustibili alternativi nei forni renda il processo produttivo più inquinante. Le cementerie che utilizzano CSS sono invece sottoposte a limiti di emissioni ancora più stretti e il loro impiego è condotto in condizioni assolutamente sicure.
L’importanza di un impegno congiunto: il nostro intervento al panel “Trend nei mercati e nelle tecnologie per i Combustibili Alternativi”
Anche Entsorga ha partecipato al Global CemFuels, intervenendo nel panel di discussione legato all’analisi dei trend nei mercati e nelle tecnologie per i Combustibili Alternativi .
“La vera sfida oggi non è raggiungere la sostituzione totale dei combustibili rinnovabili in pochi stabilimenti virtuosi, ma innalzarne in generale il livello di utilizzo in tutti i cementifici – ha sottolineato il nostro presidente, P.P. Cella – Per far ciò occorre però che l’intero sistema diventi sostenibile. Una quota significativa delle emissioni del settore, per esempio, è legata al trasporto delle materie prime, che oggi avviene soprattutto su gomma e via mare: è quindi determinante fare in modo che anche l’approvvigionamento dei combustibili alternativi provenga da impianti di trattamento rifiuti vicini, su scala locale. Da qui l’importanza di una programmazione lungimirante, che coinvolga le amministrazioni. Occorre poi prevedere adeguate infrastrutture per il trasporto dei combustibili e rinforzarne la parte logistica. Oltre che lavorare sul lungo termine per formare l’opinione pubblica, abbattendo pregiudizi e falsi miti. Si deve cambiare passo a livello di “ecosistema” e non solo di singolo settore, altrimenti difficilmente si può sperare di raggiungere gli ambiziosi risultati prefissati”.
I Combustibili alternativi sono una fonte di energia a kilometro zero, un’opportunità preziosa in termini di economia circolare e di risparmio energetico. I tempi sono maturi e le tecnologie disponibili, occorre accelerarne lo sviluppo. Soprattutto in un momento come questo di crisi energetica, in cui stanno aumentando esponenzialmente il costo dei combustibili, delle materie prime e si minaccia un ritorno al carbone.