Sono stati giorni entusiasmanti alla Conferenza sul clima, con un’affluenza sopra le aspettative.
Dopo l’edizione di Parigi 2015 e Copenhagen 2009, la COP26 è stata quella più partecipata a livello di rappresentanza di Stati, ONG e organi di stampa.
Difficile dare un racconto esaustivo di quanto è accaduto a Glasgow. Nelle decine di padiglioni hanno avuto luogo in contemporanea conferenze e tavoli di lavoro, a cui si sono sommati gli incontri organizzati dagli Osservatori riconosciuti da parte dell’UNFCCC e quelle del Segretariato.
In questo scenario, anche Entsorga è stata invitata dal Business Council for Sustainable Energy (BCSE) a raccontare la sua esperienza e la sua filosofia, in particolare nel settore delle tecnologie rinnovabili e nei progetti del biogas.
Mentre i governi e l’industria spingono per de-carbonizzare l’economia globale, è chiaro che raggiungere l’obiettivo “Net-Zero” entro il 2050 richiederà una collaborazione strategica tra i settori della gestione dei rifiuti, del biogas e naturalmente della politica.
Con solo il 2% del potenziale globale di digestione anaerobica sfruttato, gli sforzi di Entsorga, insieme ad IBA, l’Alleanza globale per il Biogas, e al WBA, la World Biogas Association, rimangono concentrati in particolare su due direzioni: richiedere condizioni più eque per lo sviluppo del biogas (i sussidi per i combustibili fossili sono ancora pari a circa il 6,5% del PIL globale americano) e premere per mettere la digestione anaerobica al centro delle strategie dei governi per la riduzione dei gas serra.
Solo così potremo riuscire ad accelerare la diffusione dei progetti e avvicinarci a quest’ambizioso imperativo ambientale.
Non c’è carenza di rifiuti organici, le discariche si stanno riempiendo, non c’è mancanza di tecnologie affidabili e competitive, e non c’è neppure carenza di capitale.
L’obiettivo “Net-Zero” è possibile. Serve solo leadership e volontà politica per farlo.
Come è andata? Ce lo ha raccontato direttamente il CEO di Entsorga Inc., Christopher D. Maloney.